Commento dati ISTAT prospettive per l’economia italiana 2022-2023 (dicembre 2022)
L’analisi Istat sulle prospettive per l’economia italiana conferma per il 2023 un rallentamento notevole della dinamica del Pil italiano (dal +3,9% del 2022 al +0,4% del 2023). E’ uno scenario che però si basa su ipotesi favorevoli relative sia al percorso di riduzione dei prezzi che sulla completa attuazione degli investimenti pubblici previsti per il prossimo anno ed i possibili problemi sono molti. La completa attuazione del piano di investimenti pubblici, di cui il PNRR è parte essenziale, è attualmente in difficoltà per i ritardi che sta accumulando. Le tendenze sull’inflazione indicano per il 2023 un indice in media superiore al 5%. Per gli investimenti -inoltre- occorrerà verificare l’impatto delle nuove misure decise per il settore edile e se il buon andamento in impianti e macchinari del 2022 si confermerà o meno. Altre incognite riguardano i cambiamenti in atto sulle politiche monetarie. Si tratta di elementi importanti di valutazione.
Nel 2022 la crescita italiana è stata prevalentemente sostenuta dalla domanda interna, con consumi che però sono già da alcuni mesi in stallo nonostante l’utilizzo di una quota di risparmio accumulato. Allo stato attuale si confermano come elemento decisivo anche per il 2023 e fondamentale risulterà il sostegno ai consumi delle famiglie. Come è noto, occupazione e salari incidono in maniera fondamentale sulla propensione al consumo delle famiglie, uno dei fattori decisivi nel futuro per evitare pericoli di recessione.
La legge di bilancio presentata non solo è inadeguata rispetto alle esigenze di sviluppo ma profondamente sbagliata per quanto attiene il lavoro e il sostegno ai redditi. Il tasso di occupazione è cresciuto nel 2022, ma resta il più basso dell’area euro, e con la legge di bilancio si decide un ulteriore aumento di una precarietà già altissima; la povertà aumenta e si cancella il reddito di cittadinanza. Le retribuzioni restano significativamente inferiori alla crescita inflattiva e non vengono compensate da interventi fiscali adeguati, mentre cresce la possibilità di evasione.