“Making Sense of Place. Beyond Sustainability in Regional Development”
In una fase storica in cui i termini ‘sviluppo sostenibile’ e ‘resilienza’ si confrontano col radicalizzarsi degli approcci riduzionistici alla questione ambientale - declinata ormai pressoché esclusivamente come cambiamento climatico e problema energetico - serve più che mai pensiero critico e progettazioni territoriali sistemiche e multiscalari.
In occasione della pandemia, infatti, le élite politiche e tecno-economiche si sono affrettate a promuovere una ‘transizione ecologica’ intesa soprattutto come transizione energetica dal fossile al rinnovabile.
Gli effetti inattesi della guerra russa in Ucraina hanno tuttavia mostrato l'ambiguità e la difficoltà titanica con cui l'economia globale tenta, senza riuscirci, di tagliare il cordone che la lega alla propria matrice fossile, non mancando di perpetuare al tempo stesso vecchi incubi radioattivi.
Da oltre trent’anni, la Fondazione Di Vittorio (già IRES Nazionale) si occupa di questi temi demistificando l’uso ambiguo, se non manipolatorio, dei concetti di sviluppo sostenibile, resilienza e transizione ecologica che riducono le relazioni complesse tra sistemi naturali a sociali a fatti economici, schiacciando la vita delle persone e dei cittadini alla mera dimensione di consumo.
Scaricabile da questo link il contributo di Elena Battaglini “Making Sense of Place. Beyond Sustainability in Regional Development”, ad un volume collettaneo, pubblicato in Brasile nel 2019 e curato da Luciano Florit dell’Università di Blumenau – SP.