I nostri anni alla Fiom, Pio Galli
Il cuore di un generoso e determinato combattente per i diritti dei lavoratori e per le libertà si è spento per sempre. Bruno Trentin è morto dopo tante sofferenze e la ferale notizia mi ha colpito profondamente. A Trentin ero legato da una fraterna amicizia, oltre che da una militanza politica comune.
Con lui ho lavorato per tredici anni consecutivamente, partecipando insieme a tante battaglie che hanno consentito grandi conquiste per i lavoratori, lasciando così un’orma profonda nella storia di tutto il movimento sindacale. Era un uomo di grande rigore e sempre animato da una grande passione per il sindacato e per il ruolo che i lavoratori dovevano svolgere. Sovente ricordava che il sindacato per essere tale doveva essere vissuto come una cosa loro e non come una cosa calata sopra di loro. In questo contesto scaturivano scelte non facili, anche perché fortemente contrastate, a partire dal superamento delle commissioni interne, delle stesse sezioni sindacali, per affermare sul campo i consigli di fabbrica, con l’elezione dei delegati da parte di tutti i lavoratori, iscritti e no, fino ad avviare la costruzione dal basso del sindacato unitario dei metalmeccanici, la Flm.
Trentin fu un grande innovatore alla direzione della Fiom e della Cgil, qualche volta incompreso. Ma il tempo finiva per riconoscere la giustezza delle sue posizioni. Parlo della richiesta di aumenti eguali per tutti, approvata dal Comitato centrale della Fiom nel 1969, io compreso. Lui era invece contrario a tale scelta perché, affermava, avrebbe determinato una nefasta conseguenza. Purtroppo così fu, tanto che fummo costretti, in seguito, a riparametrare le qualifiche. Potrei citare parecchi altri esempi ma non lo ritengo opportuno perché penso siano conosciuti dai lavoratori. Quello che m’interessa sottolineare è il rigore morale che lo caratterizzava, la testardaggine con la quale difendeva le sue opinioni quando ne era convinto, fino ad andare controcorrente.
Avvenne così che dopo le grandi conquiste contrattuali del 1969, dopo l’avvio del processo unitario, alcuni dirigenti della Cgil e del Partito Comunista posero il problema di un suo spostamento. Tale idea fu battuta dalla compattezza dei compagni della segreteria della Fiom che ritenevano tale proposta sciagurata e incomprensibile. Solo sette anni dopo, cioè nel 1977, Trentin lascia i metalmeccanici per passare alla segreteria della Cgil. In quella circostanza propose alla corrente comunista, agli organi dirigenti della Fiom e ai segretari della Fim e della Uilm, la mia candidatura alla direzione generale della Fiom. Tutto ciò lo fece senza dirmi niente, anche quando gli chiesi quali erano le motivazioni che lo portavano a fare tale proposta. Allora mi disse: “Vedi Pio, abbiamo fatto tanta strada insieme. E’ vero che io sono stato anche portatore di tante idee, ma quel che è contato di più è che tu da organizzatore hai saputo dare le gambe a queste idee, le hai fatte camminare dentro tutta l’organizzazione e oggi la Fiom cammina speditamente per la giusta strada. Questo riconoscimento da una parte mi rendeva soddisfatto per il lavoro fatto, dall’altra, però, mi sconvolgeva l’idea di sostituire Bruno Trentin come segretario generale. Anche perché sapevo che sul mio nome vi era stato il consenso del gruppo dirigente della Fiom, dei segretari della Fim e della Uilm. Però, anche se lui non me lo disse, avevo anche saputo che non vi era stato lo stesso consenso da parte dei dirigenti della Cgil e dello stesso Pci. Tuttavia Trentin andò avanti nella sua decisione, rispettoso dell’autonomia della Fiom, ma soprattutto anche perché convinto della scelta compiuta. Questo è stato per me Trentin: un esempio, un maestro di vita e un vero sindacalista. Per questo il suo ricordo rimarrà per sempre vivo in me. Ma quello che mi auguro è che il suo insegnamento venga dal sindacato tramandato alle nuove generazioni affinché sappiano che le conquiste, i diritti, le libertà di cui godono sono state conquistate con dure lotte e non regalate da nessuno.
Pio Galli, già segretario generale Fiom-Cgil