La scomparsa di Iginio Ariemma
Si è spento Iginio Ariemma. Nello stringersi attorno al dolore della famiglia, la Fondazione Giuseppe Di Vittorio piange un compagno, un amico e un collaboratore straordinario.
Iginio Ariemma era nato a Torino nel 1941, ed è stato un importante dirigente politico e giornalista professionista. È stato segretario provinciale della Federazione torinese del Pci di Torino e capogruppo al Consiglio del Comune di Torino. Dal 1976 al 1979, nel periodo della solidarietà nazionale, è stato viceresponsabile del dipartimento economia e lavoro della Direzione del Pci, diretto da Giorgio Napolitano. Dal 1980 al 1983 segretario regionale del Pci e consigliere regionale della Regione Veneto. Dal 1984 al 1987 responsabile nazionale del Pci della sanità e delle politiche sociali. Dal 1987 al 1993 responsabile dell’ufficio stampa e portavoce del Segretario del partito con Natta e Occchetto nella delicata fase della trasformazione del Partito comunista italiano in Partito Democratico della Sinistra. Dal 1994 è ritornato a occuparsi di problemi economici e del lavoro, e in particolare della questione settentrionale e di federalismo, come responsabile del progetto nord per i P. D.S. Dal 2002 è stato coordinatore della commissione progetto DS .di cui era presidente Bruno Trentin. Ha promosso nel 2002 con Pietro Scoppola l’associazione “I cittadini per l’Ulivo”, di cui è stato fino al 2007 vicepresidente. Sempre nel 2007, non condividendo le modalità con le quali nasceva il Partito Democratico, lasciava l’apparato. È stato collaboratore de L’Unità, Rinascita, Politica e economia, Critica marxista, Il Ponte, Argomenti umani, Ragioni del socialismo ecc.
Iniziò la sua collaborazione con la Fondazione Giuseppe Di Vittorio nel 2007, occupandosi soprattutto della figura di Bruno Trentin, da poco scomparso, coordinando una specifica sezione tematica. Ariemma ha regalato alla Fondazione Di Vittorio prestigio, competenza professionale e una ricchezza intellettuale che ne facevano uno studioso e un analista politico acutissimo; ma soprattutto sensibilità, gentilezza e disponibilità, cifre distintive di una persona elegante e discreta.
Ariemma è stato un uomo dai molti interessi e dalla vasta cultura. Ma due sono state le sue passioni culturali: il pensiero politico e sindacale di Bruno Trentin, a cui ha dedicato libri di notevole spessore scientifico tra i quali ricordiamo i Diari (Bruno Trentin. Diari 1988-1994, a cura di Iginio Ariemma, Ediesse, Roma 2017) e l’esperienza del partito comunista italiano, la sua trasformazione dopo la svolta della Bolognina di Achille Occhetto e l'avventura del PDS che lo vide protagonista diretto (ricordiamo, tra gli altri, i libri: La casa brucia. I Democratici di Sinistra dalla fine del Pci ai giorni nostri , edito da Marsilio nel 2000 proprio sullo grande svolta che portò alla fine del PCI e Perchè sono stato comunista. La ricerca del comunismo democratico, edito nel 2017 da Edisse, con una rassegna affascinante dei principali dirigenti del PCI). Una parabola quella del comunismo italiano che Iginio viveva come qualcosa di fondamentale per capire la storia d’Italia e della sua democrazia, comprese le sue debolezze e i suoi limiti; ma anche come qualcosa di molto intimo, di un uomo che a quella storia aveva dedicato una vita di passione e convincimento ma che seppe riconoscerne e affrontarne tutte le contraddizioni senza mai sottrarsi alla critica e all’autocritica.
Di Iginio Ariemma ci rimane una grande eredità politica e culturale, un ricordo indelebile e la fortuna di averlo incontrato, conosciuto e apprezzato.