Commento dati ISTAT Occupati e disoccupati Gennaio 2020
Dopo un brutto dicembre anche a gennaio 2020 non ci sono buone notizie per l’occupazione.
Il dato Istat di gennaio su Occupati e disoccupati ripropone, come nel mese precedente, dati negativi per tutti e tre i fattori presi in esame: occupati, disoccupati, inattivi; ed inoltre continua a permanere stabilmente sopra i 3 milioni il numero di precari a tempo determinato.
Il numero degli occupati cala di -40mila unità rispetto al mese precedente, con un decremento degli indipendenti di -25mila unità, dei dipendenti di -15mila unità. Gli occupati, a gennaio 2020, sono praticamente eguali (+0,3%) a quelli di gennaio 2019, il tasso di occupazione italiano, già molto basso rispetto alle media europea, cala ulteriormente al 59,1% (-0,1%).
Cresce, seppur lievemente in termini numerici, la disoccupazione (+5mila unità) che resta però sempre vicina alla soglia del 10% (9,8%), mentre quella giovanile cresce addirittura al 29,3% (+0,6%). Contemporaneamente aumenta anche il numero degli inattivi (+20mila), portando il tasso di inattività, già il più alto in Europa, al 34,4%.
Da tempo, e adesso sono due mesi consecutivi, non si riscontrava assieme al calo degli occupati, una crescita contemporanea sia di disoccupati che di inattivi; è presto per parlare di una tendenza ma è un dato da tenere sotto osservazione. Il confronto su base trimestrale (quello più legato agli indicatori sull’andamento del ciclo economico) conferma gli effetti della stagnazione produttiva in atto anche a gennaio. L’occupazione, nel trimestre novembre 2019-gennaio 2020, cala di -15 mila unità rispetto a quello precedente.
Per classi di età, sempre a livello trimestrale, si riscontra un lieve calo tra 15 e 34 anni, prosegue il calo degli occupati fra 35 e 49 anni e la crescita degli over 50. Su base annua sono +229mila gli occupati over 50 (un dato da solo ben più alto della crescita totale degli occupati), mentre prosegue il preoccupante calo fra 35 e 49 anni che arriva a -190mila unità.
Rispetto alla stagnazione del ciclo economico, iniziava già a prodursi dunque un effetto negativo sull’andamento dell’occupazione. Da febbraio e ancor di più da marzo 2020 sconteremo anche relativamente al dato su occupati e disoccupati, gli effetti dell’epidemia in corso, sia in termini di numero totali, che di quantità di ore lavorate (Cig e part time involontari) e verificheremo anche le ripercussioni sui lavoratori precari.
Ecco perché, se nei prossimi mesi non vogliamo commentare dati particolarmente negativi, l’intervento immediato sugli ammortizzatori sociali ed interventi importanti per rilanciare lo sviluppo sono, non solo necessari ma urgenti.
Fulvio Fammoni