Report FDV “Ore lavorate e Pil dieci anni dopo"
Nel 1° trimestre 2018 il numero degli occupati ritorna ai livelli precedenti la crisi, ma lo stesso non avviene per la quantità di ore lavorate. E' quanto emerge dal report “Ore lavorate e Pil dieci anni dopo” elaborato dalla Fondazione Giuseppe Di Vittorio.
Secondo il report, curato da Lorenzo Birindelli, "il numero di persone occupate recupera il livello massimo toccato prima della crisi, ma, nello stesso tempo, va segnalato che la quantità di lavoro effettivamente prestata nel primo trimestre 2018 è ancora inferiore di 693 milioni di ore a quella dello stesso trimestre del 2008; tale differenza corrisponde a -1,2 milioni di unità di lavoro equivalenti a tempo pieno (ULA), che rappresentano il numero di ore necessario per coprire continuativamente ad un orario standard un posto di lavoro”.
“La divaricazione tra l’andamento delle ore e quello degli occupati - secondo il presidente Fulvio Fammoni - segnala, assieme ai dati sul tempo determinato e sul part time involontario, il peggioramento della qualità dell’occupazione”.
Gli occupati a tempo determinato nel 1° trimestre del 2018 sono, infatti, 2,92 milioni, circa 600 mila in più rispetto allo stesso periodo del 2008. Sempre nel 1° trimestre 2018, il part-time (di cui oltre il 64% involontario) si attesta, invece, a quota 4,27 milioni, un milione in più rispetto allo stesso periodo del 2008.
Un elemento ulteriore, utile a comprendere le tendenze in atto nel lavoro, è la relazione tra l’andamento del Pil e le ore lavorate. Nel 1° trimestre 2018 il Pil è inferiore del 5,5% rispetto al livello di dieci anni prima e le ore lavorate del 6%.
“Questi numeri - sottolinea Fammoni - confermano che quantità e qualità del lavoro sono prevalentemente legate ai meccanismi dello sviluppo e molto meno ad interventi normativi o di temporanea incentivazione”.
In allegato il report della Fondazione Di Vittorio “Ore lavorate e Pil dieci anni dopo”