Il Pci, l’Italia repubblicana e la costruzione della democrazia in un paese che aveva alle spalle non solo un ventennio di dittatura fascista, ma anche i tratti oligarchici e i nodi irrisolti dell’Italia liberale, sono i temi attorno a cui si dipana la riflessione di due dei protagonisti della sinistra italiana tra guerra e dopoguerra.
Piero Boni (1920-2009) è stato un protagonista della storia dell’Italia repubblicana. Socialista riformista, ha dedicato l’intera sua vita all’emancipazione dei lavoratori e, in particolare, a realizzare i due obiettivi per cui aveva lottato fin da giovane: gli ideali antifascisti della Resistenza e la costruzione dell’unità sindacale, a partire dalla CGIL. Il saggio di Marco Minardi affronta, con dovizia di documentazione, la vita partigiana di Piero: prima a Roma, in stretto contatto con la leadership socialista, poi, paracadutato nell’appennino parmense, come capo missione della famosa chain Goff delle OSS statunitensi con il nome di «agente Coletti». La partecipazione alla Resistenza gli valse la medaglia d’argento al valor militare.
Il quarto numero degli Annali della Fondazione Giuseppe Di Vittorio, in occasione del cinquantesimo anniversario della morte del grande dirigente sindacale, propone una nuova linea di studi e di interpretazioni della figura e dell’opera di Giuseppe Di Vittorio lungo tutto la sua attività. Aperto da una prefazione di Guglielmo Epifani, il volume raccoglie il messaggio del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano e i contributi del Presidente emerito Oscar Luigi Scalfaro e dell’allora Presidente della Camera dei Deputati Fausto Bertinotti, rilasciati in occasione dell’apertura delle celebrazioni del 50° della morte di Di Vittorio.