Il 30 giugno 1960, la Camera del Lavoro di Genova proclamava lo sciopero generale contro l’effettuazione del congresso neofascista che avrebbe dovuto svolgersi in città, Medaglia d’Oro alla Resistenza. Con la ristampa del volume di Anton Gaetano Parodi “Le giornate di Genova”, la Cgil contribuisce al ricordo dei fatti che coinvolsero l’intera città, e non solo. Fu dal capoluogo ligure, infatti, che partirono le grandi mobilitazioni di popolo che portarono alla caduta del Governo Tambroni. Questi fatti, avvenuti nell’Italia del miracolo economico, determinarono la fine della stagione del centrismo e l’apertura di una fase politica nuova che avrebbe portato all’apertura a sinistra.
Luciano Romagnoli, nato nel 1924 ad Argenta, in provincia di Ferrara, appartiene a quella generazione di giovani che iniziò la militanza politica negli anni della seconda guerra mondiale, prima della caduta del fascismo. Aderisce al Partito comunista nel 1942, svolge attività antifascista fra gli studenti universitari e liceali di Bologna. Capo partigiano dopo l’8 settembre del 1943, tra i principali organizzatori della lotta armata e delle lotte sociali nelle campagne del triangolo Bologna-Ferrara-Ravenna, è artefice del grande sciopero generale delle mondine del giugno 1944, che ebbe un peso decisivo per il rafforzamento e l’estensione della Resistenza. Il 26 gennaio 1948, al primo Congresso della Federbraccianti, svoltosi a Ferrara, fu eletto segretario generale del più grande sindacato italiano.