Angelo Airoldi. Il sindacalista gentile
Se potessi dire, e qui c’è un giudizio mio personale, che cosa di Angelo resta come lezione politica e anche civile per la nostra organizzazione, direi alcune cose molto semplici: il grande rispetto che portava agli altri, il fatto di aver sempre aborrito, dentro e fuori del sindacato, la coppia amico/nemico, l’attenzione che prestava all’uso delle parole, al significato delle parole, l’attenzione che aveva dato, nel momento in cui imperversava il leghismo della prima ora, al fatto che, cambiando le parole, cambiavano in profondità anche gli umori del nostro paese e della nostra società.
E infine, forse la cosa più preziosa, […] il rifiuto di semplificare i processi e la complessità della realtà, il non dividere mai il buono dal cattivo, il non considerare mai una ragione data per sempre, il bisogno di ritrovare le motivazioni e di comprendere – prima di formulare una decisione, un giudizio, una politica – il punto di vista dell’altro.
Ediesse