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“Commento dati ISTAT Occupati e disoccupati Febbraio 2020”

I dati ISTAT di febbraio 2020, sull’andamento dell’occupazione, fotografano un periodo che non rappresenta più la concreta realtà dei fatti già dal mese di marzo.

Gli effetti della pandemia hanno ripercussioni anzitutto sulla salute dei cittadini, ma con tutta evidenza anche sull’economia e sull’occupazione.

COMMENTO DATI ISTAT SU FIDUCIA CONSUMATORI E IMPRESE MARZO 2020

L’Indice di fiducia di consumatori e imprese ha un forte e brusco ribasso a marzo, tornando ai livelli di molti anni fa.

Era un dato atteso a causa dell’emergenza sanitaria in atto. Ma l’indagine non contiene ancora conto, perché realizzata nei primi 15 giorni di marzo, di un ulteriore calo legato al successivo aggravarsi della situazione che si è realizzata nella seconda parte del mese.

In ogni caso il calo è pesante, per le imprese ritorna ai valori della metà del 2013, per i consumatori al 2015.

Emergono dai dati anche specifiche indicazioni.

Per i consumatori l’indice scende dal valore 110,9 a 101,0: i cali maggiori riguardano la fiducia verso il futuro (da 112,0 a 94,8) e quella economica (da 121,9 a 96,2), con una forte crescita di preoccupazione verso la disoccupazione.

Dalla crisi del 2008 al Coronavirus

Nei primi anni della crisi iniziata nel 2008, si sentiva spesso ripetere “La crisi può diventare anche un’opportunità” per ripartire diversi e migliori quando si sarà conclusa.

Non è andata così: i fatti testimoniano che in Italia non sono migliorate le condizioni del lavoro, lo sviluppo è rimasto piatto, la finanza ha continuato a svolgere un ruolo eccessivo e improprio, sono stati ridotti sanità e welfare. Anche in Europa, non sono certo migliorate le condizioni di coesione, le regole non sono state riformate, siamo attualmente alla chiusura di alcune frontiere e addirittura a problemi per il transito del materiale sanitario tra i diversi stati.

Occupati per professione

I dati sulle professioni aggiornati al primo semestre 2019 rilevano, nel lavoro dipendente, 2 milioni 139 mila operai specializzati ed agricoltori e 1 milione 722 mila fra conduttori di impianti, operari di macchinari fissi e mobili e conducenti di veicoli. A queste cifre si aggiungono 2 milioni 293 mila dipendenti nelle professioni non qualificate.

Se si osservano in dettaglio le singole professioni, si può verificare che si tratta per le prime due fattispecie di attività manuali nella quasi totalità; nella terza fattispecie, si possono sottrarre alcune professioni come il personale non qualificato di ufficio e poco altro, ma la netta prevalenza è di attività manuali.

Gli effetti anche economici dell’epidemia coronavirus

La crisi sanitaria resta alta, ma a preoccupare adesso è l'effetto contagio sulla nostra crescita. Se questa è la situazione, sono necessari tutti gli strumenti legati all’emergenza, a partire da ammortizzatori sociali che non facciano perdere lavoro

Di Fulvio Fammoni

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